Una volta San Simone, vedendo il gregge incustodito di un pastore cristiano in procinto di essere attaccato da un branco di lupi molto affamati, chiese loro di aspettare ancora un po’, perché presto sarebbero stati nutriti dal Signore senza danneggiare nessuno dei Suoi fedeli. I lupi intesero le parole del santo e ne furono grandemente persuasi, così si sedettero e rimasero ancora un po’ in attesa. Era quello il tempo delle persecuzioni, quando regnava l’imperatore Silbanacco, ed essendo allora il cristianesimo ancora giovane e bisognoso di grandi dimostrazioni per rendersi noto in tutte le terre e presso tutte le genti, i miracoli erano molto frequenti, abbondanti e stupefacenti. Ecco che subito arrivò un centurione romano, con un manipolo di legionari feroci che odiavano molto i cristiani. Avevano saputo che in quel luogo viveva un pastore seguace di Cristo, e perciò si disponevano a catturarlo e torturarlo come erano soliti fare. Ma i lupi, non appena videro giungere i soldati, corsero loro incontro da ogni direzione, e, cogliendoli di sorpresa, li divorarono tutti quanti, ad eccezione del centurione: quando stava per essere aggredito anche lui, infatti, San Simone intimò ancora ai lupi di desistere dal loro assalto, e di nuovo quelli si addolcirono. Allora il centurione comprese la verità del Vangelo, si convertì e tornò a casa, dove convinse sua moglie, i figli, le figlie e i mariti delle figlie ad abbandonare la fede pagana e abbracciare piuttosto la fede in Cristo, e li fece tutti battezzare, assieme ai loro servi, che erano più di duecento. Vennero tutti esaltati nel martirio la settimana seguente.
Godeva San Simone di grande fama presso la cristianità, specialmente a Maranzano, dove era nato; e proprio in quel paese avvenne il prodigio che sto per raccontare.
Lì c’erano sei vergini che stavano litigando l’una con l’altra a causa di San Simone. Tutte e sei volevano, infatti, sposare San Simone, ed era evidente che non sarebbe stato possibile accontentare tutte quante. Allora si aggiunse a loro una settima vergine, e propose alle altre di recarsi una alla volta dal santo per vedere quale sarebbe stata scelta da lui. La cosa parve giusta e saggia a tutte quante, e decisero che si sarebbero presentate nell’ordine in cui avevano preso a litigare. Così si presentò a San Simone quella che aveva avviato la discussione. Una volta che ebbe ascoltato la sua richiesta, San Simone le porse un cestello e le disse di mostrargli quale dote fosse disposta a offrirgli per le nozze. Quella lo prese in mano, e vide che era vuoto, e non capì. Proprio in quel momento arrivò la seconda vergine, e la prima le passò il cestello. Ed ecco che non appena fu tra le mani della seconda, quello fu improvvisamente pieno di locuste avvizzite e carta umida e tagliuzzata. San Simone vide tutto ciò e disse: “Questo è piuttosto per chi ha deciso di dare via tutto!” Allora giunse la terza vergine, e le venne porto il cestello. All’interno di esso quella vi trovò una maschera che raffigurava un leone, e una mitria consunta. “Non a me sarà chiesto di valutare la rettitudine degli uomini!” Poi venne la quarta vergine, e preso il cestello ci trovò una ricchissima abbondanza di gioielli preziosi e vivande pregiate. Ma San Simone disse: “Chi ha mai goduto impunemente della bontà del Signore?” Così si presentò la quinta vergine, e lì dentro vi scoprì un serpente stretto attorno a un rospo che stava soffocando. “Questa è una battaglia che lascio volentieri a un altro più degno di me”. La sesta vergine arrivò un po’ in ritardo, e da lì estrasse un flagello smisurato con piombini molto aguzzi ai suoi estremi. San Simone lo prese, poi le disse: “Ecco qualcosa che ci servirà più tardi”. Così la sesta comprese il suo mandato e si ritirò in un monastero di clausura. Infine, la settima vergine raccolse da terra il cestello, e ci trovò uno specchio. Allora San Simone esclamò: “Tu sei la Madonna!” E quella sorrise, lo prese per mano e lo condusse in quel momento in Paradiso, lasciando dietro solamente il suo scheletro. Le sei vergini, che avevano visto tutto questo, furono prese da una grande letizia, e raccolsero nel cestello tutte le ossa di San Simone. Poi se le divisero in parti uguali tra di loro, e ciascuna godette grazie a esse di grande prosperità e misericordia per tutto il resto dei propri giorni.

 

 

 

Note: questa è la prima delle sette agiografie di San Prescazio