Bianco-arancio e immortale
vagheggia per l’oceano perso
un occhio, la medusa,
che non si cura a galla
se non delle correnti, e forse un po’ di sale.

È questa la tua rosa,
dalle sottili e lunghe spine,
che viaggia tra molecole
e che ammiri tra le onde,
perché una palpebra serrata è sempre bella,

la vedi che si gonfia
e ruota inerme in fase rem,
e trepidante sai
che anche a te ora spetta
un battito di ciglia, il più urticante.