Ricordo che mio nonno raccontava
che quando la condussero a Nettuno
Beroe portava in testa
allacciato sotto il collo, per le anse,
un lucidissimo sacchetto, plastica,
sfornato fresco fresco da qualche ipercoop.

Stava lì e le celava l’aspetto,
non si vedeva oltre il velo;
preferiva portare il riflesso
delle offerte e dei doni di nozze,
l’ambra radiosa e i gioielli,
una pelle di foca sul letto.

Ma con la punta del tridente il Dio
ci aprì uno squarcio e ne cercò lo sguardo.

Ho scelto la mia sposa,
l’ho gettata in mezzo alle correnti
che la potessero condurre fino a me.
Tu non ti preoccupare,
lascia cadere il pettine,
non sarai più ctenòfora:
c’è un bacio dall’abisso
che della tua poltiglia ha fatto pietra.